venerdì 25 aprile 2014

CAPAREZZA - MUSEICA


Michele Salvemini in arte Caparezza è uno degli Mc più originali d'Italia e forse dell'intero pianeta, con il nuovo Museica si conferma ancora una volta come il maggior rapper intellettuale ed anche un po' rocker di tutta Italia. Ma vediamo cosa ci propone il rapper molfettese in questo nuovo disco.
Anzi un album, come dice anche lui, uno vero: le tracce sono tantissime 19, come nel vecchio e caro Habemus Capa, con un canzone all'entrata ed una all'uscita. 
Un disco che ha come ispirazione di ogni singolo brano un'opera d'arte, dalla copertina disegnata da Domenico Dell'Osso uno dei principali artisti pop surrealista italiano, alle mille citazioni presenti nelle canzoni.
Ma Caparezza è conosciuto sopratutto per essere un grande osservatore e critico della realtà, del presente, ed anche in questo disco questa sua propensione è in primo piano, con testi che parlano di modernità, dei problemi di tutti i giorni, dell'ipocrisia della gente, delle nostre abitudini sbagliate, dei modi di pensare stupidi delle persone che fanno considerazioni terra terra sulla cultura ad esempio.
Il rapper da il meglio di se per quanto riguarda in cantato, con strofe sempre intelligenti ed ispirate, anche se talvolta sembra che alcuna canzoni prendano un po' troppo spunto da canzoni dei precedenti dischi e mi riferisco in particolare a Cover primo singolo rilasciato per promuovere il disco, che come Kevin Spacey o Abiura di Me, si fa una carrellata di canzoni famose, che poi esplodono in un ritornello che proprio non sopporto. Ecco questo che ho appena citato è l'unico brano che proprio non riesco a mandar giù, al contrario gli altri mi sembrano molto ispirati e divertenti, diversi, freschi.


Certo per apprezzare il tutto bisogna amare e accettare in modo acritico lo stile del capellone riccioluto, perché un pezzo può essere totalmente rap, l'altro riprende musiche balcaniche o ancora un pezzo rock con qualche effetto elettronico di sotto; una diversità che caratterizza in modo inconfondibile il suo stile.
Ogni pezzo è quindi un piccolo lavoro a se stante, un piccolo capolavoro: Avrai ragione tu (Ritratto) mi ricorda molto le canzoni di Habemus Capa; 
Mica Van Gogh è forse uno dei miei pezzi preferiti con Capa che ci dimostra come ad essere pazzo non sia il pittore ma l'uomo medio che lo critica perché non capisce la sua arte; Non me lo posso permettere ha già un titolo e un ritornello, che seppur un po' ripetitivo, danno una buona immagine della realtà economica delle famiglie italiane;
 Comunque Dada è un vero pezzo fuori di testa, minimalista nei versi ma quasi punk nel ritornello, e il dada-umpa è una genialata!! China Town un pezzo molto pop, fatto tutto col pianoforte, molto sentito in cui il cantante ci spiega come lo scrivere canzoni lo abbia liberato, come scrivendo canzoni trova la sua dimensione di artista; Canzone a Metà bellissima per quel violoncello che martella con quell'unica nota che fa, questa canzone mi ricorda tantissimo una canzone del Teatro degli Orrori, se provassimo a far cantare il bridge e il ritornello a Capovilla sicuramente verrebbe bene (e infatti poi cita Pasolini);  Teste di Modì in cui si ricorda la beffa di Modì fatta da alcuni ragazzi, e in cui gli esperti (o presunti tali) ci sono cascati in pieno, Caparezza esprime la libertà di poter fare qualcosa che fa arrabbiare le persone, ma che è la massima espressione di una libertà; 
Argenti Vive invece è un pezzo che rasenta quasi il dubstep per poi far entrare chitarroni potenti per un canzone che riprende Dante, ma dalla parte degli offesi, di coloro che lo scrittore posiziona all'inferno e che subiscono pene, in particolare parliamo di Filippo Argenti membro della famiglia fiorentina degli Adimari, che come ci dice Wikipedia una volta prese anche a schiaffi Dante; 
Compro Horror è un pezzo in cui si critica la drammatizzazione esagerata dei tg e dei media in generale su ogni fatto di cronaca e su ogni processo ad essi collegato; in Kitaro Capa si diverte con parole giapponesi per fare rime al limite dell'umano; Troppo Politico, troppo politico, troppo politico, troppo politico, Caparezza non mi piace perché è troppo politico.


Sfogati  ha un ritornello bellissimo, che fa proprio venir voglia di urlare, una canzone che critica le persone di oggi che hanno da dire su tutto, sui libri loro ne sanno più di tutti gli altri, di musica pure, di arte loro sanno disegnare meglio che quell'artista lì, una bella critica alla società dell'internet dove ognuno deve dire per forza la sua senza sapere niente di nulla; Fai da Tela un pezzo molto particolare, un feat con Diego Perrone, che evidentemente non ha preso parte alla realizzazione di questo disco; 
E' Tardi, ormai non c'è tempo per fare più niente, però non per questo ci fermeremo nel fare quello che vogliamo; Canzone all'Uscita invece è un pezzo che riprende molto lo stile del primissimo disco ?!.
Bravissimo, bellissimo, appassionante, divertente, geniale, diverso ma simile, insomma questo album era quello che dopo anni di attesa ci si aspettava da Caparezza ed è anche qualcosa in più.
Di sicuro piacerà a tutti i fan e ne farà innamorare altri a questa musica che sfonda ogni muro di genere, per adattarsi a quello che piace a chi lo ha scritto e non a chi lo ascolterà. Al contrario chi lo ascolta deve adeguarsi ai tempi e ai modi del cantante molfettese, ma statene certi non ve ne pentirete mai. 



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